Se c'è un problema, lo può risolvere solo un'artista

Un’analisi sulla crisi dell’arte contemporanea e sul ruolo imprescindibile degli artisti come motore di cambiamento e visione alternativa.

12.06.25

Ragioniamo per assurdo. Immaginiamo se, girando per mostre, fiere e biennali, potessimo far scomparire tutte quelle opere e quelle installazioni che non ci soddisfano, che consideriamo "ikea evoluta", inutile decoro, gadget del prossimo film di fantascienza o prevedibili elaborazioni del mercatino dell'antiquariato sotto casa. Cosa rimarrebbe? Il vuoto. Come potrebbero musei, mostre, fiere e biennali stare aperti? E assicurare uno stipendio a decine e decine di persone? In altre parole, qualcosa bisogna pur mettere dentro lo spazio espositivo, pena chiudere tutto e scivolare in forme di prevedibile nichilismo. Per questo motivo oggi la critica d'arte, ma più in generale qualsiasi senso critico riferito ad ogni ambito e settore, non può prescindere e fare a meno di una "pars construens", di una concreta e praticabile alternativa.

Luca Rossi, Ragazza pittrice, immagine creata con intelligenza artificiale Luca Rossi, Ragazza pittrice, immagine creata con intelligenza artificiale

Criticare è diventato fin troppo facile, con la crescita dei social network abbiamo conosciuto, per esempio, i "leoni da tastiera" pronti a sfogare sullo schermo ogni loro frustrazione. Come non citare i cosiddetti "haters". A criticare sul nostro cellulare siamo tutti bravi, ma poi cosa facciamo concretamente per non limitarci a una critica sterile e fine a sé stessa? Siamo in grado di fare meglio e di vedere percorsi alternativi in relazione a quello che abbiamo criticato? Se c'è un problema c'è sempre bisogno di qualcosa di attivo, reattivo, creativo, per poter uscire da uno schema, per poter risolvere il problema. Non il "creativo" che si siede al tavolo per trovare il nuovo slogan o il nuovo abbinamento di felpa e pantaloni, ma qualcuno che sappia sviluppare modi, atteggiamenti, visioni e attitudini in modo naturale e preparato.

Se guardiamo il mondo dell'arte come "spazio politico" fondamentale dove sperimentare e allenare nuovi occhi, ogni soluzione non può che arrivare dagli artisti. Sono gli artisti che devono, prima di tutti, sviluppare senso critico e operare di conseguenza. Le mostre e le opere NON le fanno le fiere o i curatori, NON le fanno i galleristi o i direttori di museo, non le fanno le Biennali o le Fondazioni. Anche ammesso che ci sia qualche curatore volenteroso disposto a riattivare e stimolare senso critico, costui NON crea nulla. Le opere d'arte, se ne abbiamo ancora bisogno, le possono realizzare solo gli artisti. Ma come fanno gli artisti ad essere autonomi se, a parte quelli consolidati nel Novecento e negli anni '90, gli altri sono tutti in balia e in attesa della chiamata del curatore, del gallerista o della persona "che li può aiutare"? Come possono avere senso critico se questo può significare litigare o inimicarsi "qualcuno che li può aiutare"? Ma chi? Siamo davvero sicuri che "questo qualcuno" li possa veramente aiutare se non è disposto ad accettarli come realmente sono?

Luca Rossi, Pittore e Godzilla, immagine creata con intelligenza artificiale Luca Rossi, Pittore e Godzilla, immagine creata con intelligenza artificiale

Sono convinto che la crisi e l'omologazione che vediamo nell'arte contemporanea dipenda fortemente da un atteggiamento di arrendevolezza e di debolezza degli artisti. La precarietà, la necessità di fare più lavori contemporaneamente, la dipendenza economica "dal sistema", rendono gli artisti incapaci e bloccati in posture rigide e nostalgiche, spesso arenate in linguaggi derivati e omologati, necessari per compiacere il gusto consolidato "della pittura", "dell'arte povera" o di tutte quelle dinamiche del Novecento che ci rassicurano perché le abbiamo già negli occhi.

Immagine di copertina: Luca Rossi, Pittore e Godzilla, immagine creata con intelligenza artificiale

“Luca Rossi” è stato definito da Fabio Cavallucci la personalità artistica più interessante in Italia, il "rompiscatole del mondo dell'arte" (Nicolas Ballario) e la "nuova Vanessa Beecroft" (Giacinto Di Pietrantonio). Dal 2009 "Luca Rossi", collettivo aperto, blogger, critico, curatore, artista, figura controversa del sistema dell'arte, cerca di stimolare quotidianamente un maggiore confronto critico nell'ambito dell'arte contemporanea, come materia che potrebbe avere un ruolo fondamentale per il nostro presente. Dalle sue stesse riflessioni critiche, molto popolari nel mondo dell'arte, è discesa una progettualità artistica non convenzionale, progetti di divulgazione e di formazione con la creazione nel 2016 della "Luca Rossi Art Academy & Coaching". Alcuni "nodi critici" sviluppati negli anni da Luca Rossi (“Ikea Evoluta”, “Sindrome del Giovane Indiana Jones” e “Nonni Genitori Foundation”, ecc) sono entrati nel linguaggio dell'arte italiana e hanno modificato la prospettiva e la visione di molti operatori del settore e non solo. Nel 2014 la famosa critica d'arte Angela Vettese ha dichiarato che da quando legge i testi di Luca Rossi ha deciso di non dedicarsi più alla pratica dell'arte ma solo alla teoria.

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